“20 Anni Insieme”

 

Croce Verde 2-2

“Vent’anni insieme”: festa per la Croce Verde Meldola-Predappio

Fondata il 15 marzo 1996 come “Pubblica Assistenza Croce Verde – Comitato di Solidarietà”, l’associazione, che ha sede in piazza Orsini, 12 a Meldola, in un locale dello storico palazzo Doria Pamphili, è impegnata in progetti umanitari di aiuto alla collettività

Le medaglie più belle sono quelle che si appendono all’anima. Sarà il concerto dei ragazzi delle scuole medie ad indirizzo musicale di Meldola e Predappio, in programma venerdì, alle 21, presso il Palazzetto dello sport di Meldola, il prologo delle celebrazioni per il ventennale della Croce Verde Meldola-Predappio. La festa vera e propria è in programma domenica, a Meldola, in piazza Orsini: alle 11, nella sala del Consiglio comunale si terrà il convegno “20 anni insieme”, con la partecipazione di tutti coloro che hanno fatto la storia dell’onlus bidentina. Sotto il loggiato Aldobrandini sarà allestita una mostra fotografica, con una marea di immagini ed emozioni.

L’epilogo sarà venerdì 20 maggio, alle 21, nel Teatro comunale di Predappio, con lo spettacolo “Rwanda” di Marco Cortesi. Fondata il 15 marzo 1996 come “Pubblica Assistenza Croce Verde – Comitato di Solidarietà”, l’associazione, che ha sede in piazza Orsini, 12 a Meldola, in un locale dello storico palazzo Doria Pamphili, è impegnata in progetti umanitari di aiuto alla collettività, con l’affermazione dei principi della solidarietà fra i popoli, “favorendone – recita lo statuto – il rinnovamento civile, sociale e culturale”.

Sul piano pratico, già dagli albori la Croce Verde ha risposto prontamente alle emergenze nazionali ed internazionali, puntando soprattutto l’attenzione alle genti balcaniche coinvolte nei feroci conflitti conseguenti alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia. Da qui le centinaia di missioni compiute in tutto l’est europeo: Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Serbia e Montenegro, Albania, Ucraina, Romania e Moldova. Col tempo, il raggio umanitario si è ampliato, fino a valutare anche esigenze ed emergenze locali.

“Oggi – dirà il presidente Ferdinando Avenali, in apertura del convegno sul ventennale – vogliamo informare del nostro operato i cittadini, le associazioni, gli enti pubblici e tutte le autorità sociali e istituzionali. Questo, perché noi crediamo nell’altro come essere umano, nel rispetto della sua dignità, della sua cultura, della libertà, dei diritti, nel benessere di tutti e nella pace tra i popoli”. All’inizio del 1996, una piccola delegazione dell’appena costituita Croce Verde Meldola-Predappio parte con propri mezzi per la Bosnia centrale. Dopo un percorso non facile arriva a Donji Vakuf, località che prima della guerra interetnica contava 24.000 abitanti, che in quel momento si erano ridotti della metà. “I nostri incaricati – racconta Avenali – si trovarono di fronte a tutto ciò che la guerra è capace di fare. Si misero subito in contatto con le autorità locali, per cercare di stabilire quel dialogo proficuo e costruttivo che ci ha permesso di elaborare progetti che sono poi proseguiti con entusiasmo”.

La preparazione di quel viaggio coinvolse le amministrazioni del comprensorio forlivese per il recupero dei cassonetti, in particolare il comune di Meldola che donò il compattatore. “Anche l’Esercito Italiano (autogruppo di Bologna) fu nostro alleato, mettendoci a disposizione 10 camion per trasportare i cassonetti al porto di Ancona, senza dimenticare la Marina Militare che ce li trasbordò fino al porto di Spalato e la Cooperazione Italiana che li portò a destinazione”. Nel tempo sono stati ideati e portati a termine tanti altri interventi: il programma Vozuca, grazie al quale sono stati inviati aiuti a 1.900 profughi di Srebrenica, prevalentemente donne e bambini, rifugiati nel paesino di Vozuca, comune di Zavidovici, vicino a Tuzla; il progetto “Atlante” ideato dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la cooperazione decentrata allo sviluppo umano; la costituzione nel 1999 del Comitato di emergenza “Tuttinsieme”, per portare aiuti alle popolazioni del Kosovo attaccate dalle milizie serbe e riparate in Albania; il ritorno a Zavidovici, in Bosnia, nel 2001, per realizzare lo straordinario progetto della scuola multietnica di Gostovic, ricostruita dalle fondamenta; il progetto “clinica psichiatrica” di Banja Luka, nella Bosnia serba, per portare beni di prima necessità ed attrezzature al locale centro ospedaliero; il consolidamento dell’attività didattica di Velika Kladusa con l’invio di una caldaia e materiale idraulico per il riscaldamento di tutte le aule, e di Cazin con trasporto di materiale scolastico e attrezzature; il progetto ospedale di Bihac, con diversi viaggi compiuti sino al 2013 per il trasporto di ingenti quantità di materiale sanitario, letti, armadi, lavatrici industriali e attrezzature Tac.

“Nel 2010 – contiunua lo stesso Avenali – nasce il progetto Amra, dal nome della leucemica bosniaca 15enne, morta nel gennaio 2012 al Sant’Orsola di Bologna nel vano tentativo di salvarle la vita con il trapianto di midollo”. Il suo sacrificio non è stato vano: in base al protocollo d’intenti sottoscritto il 28 ottobre di quell’anno all’Ospedale Pediatrico di Sarajevo tra la stessa Croce Verde, l’Ageop Ricerca (Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica) di Bologna e gli operatori sanitari degli ospedali pediatrici di Sarajevo e Tuzla, l’onlus bidentina continua ad assistere i bambini bosniaci ammalati di tumore che necessitano di trapianto di cellule staminali. Nel 2015 sono stati sette i piccoli trasportati in tre viaggi, a cura della Croce Verde, nel reparto di Oncologia Pediatrica del Sant’Orsola, per il controllo periodico.

Rimangono il progetto Telenesti (Moldavia), con l’organizzazione di un corso di riabilitazione comunitaria, l’invio di due ambulanze e materiale sanitario all’Ospedale e alle case della salute, il programma Ucraina per la “Riabilitazione ed inclusione dei minori disabili” cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e infine il Progetto Romania: “Abbiamo inviato e continuiamo ad inviare – conclude il presidente – materiale sanitario all’Ospedale di Zimnicea, al ricovero di Cervenia e agli orfanatrofi e ricoveri nel distretto di Teleorman”.

 L’ultimo gesto dell’onlus bidentina è stato l’organizzazione del primo corso per volontari della riabilitazione su base comunitaria, che ha esordito il 21 aprile scorso a Meldola, all’Istituzione Davide Drudi, con l’intervento del dottor Germano Pestelli. Promosso dalla stessa Croce Verde Meldola-Predappio, col supporto tecnico – logistico del Comune di Meldola e l’apporto decisivo dell’Azienda Usl della Romagna, che ha messo a disposizione un fisioterapista specializzato, il corso si prefigge di addestrare 12 volontari, mettendoli in condizione di aiutare anziani e disabili, i quali per vari motivi hanno difficoltà ad accedere alle cure del Servizio Sanitario Nazionale.

 

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